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Posts in category: design

Progettazione di un logo in formato vettoriale

Differenze tra formato vettoriale e formato raster

11 Gennaio 2021
with No Comment designnotizie utili

Chiunque ha avuto a che fare con la grafica o con uno dei tanti software di grafica di certo si sarà trovato a sentir parlare del formato vettoriale. In questo articolo cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sul che cos’è il formato vettoriale e quali sono i suoi utilizzi.

Quali sono le differenze tra formato raster e il formato vettoriale

Prima di procedere con il che cos’è il formato vettoriale dobbiamo precisare che esistono due formati di immagini digitali: formato raster e formato vettoriale.

Che cos’è una immagine raster?

Per immagini raster, conosciute anche come immagini bitmap, si intendono le immagini fotografiche che possono essere in uno dei formati conosciuti quali JPG, PNG, GIF oppure TIFF. Queste immagini sono composte da pixel colorati, ovvero milioni di singoli puntini invisibili che compongono una figura.

Le immagini raster hanno una dimensione e risoluzione propria. Nel momento in cui vengono ingrandite oltre le loro dimensioni originali, subiscono perdite di dettagli e appaiono sgranate o dentellate, si viene a creare fastidioso effetto chiamato pixellatura.

Il vantaggio di un’immagine raster però è che grazie ai milioni di pixel che la compongono, può rappresentare svariati dettagli.

Che cos’è una immagine vettoriale?

Le immagini vettoriali, a differenza delle immagini raster, sono descritte mediante un insieme di primitive geometriche che definiscono punti, linee, curve e poligoni. Il formato vettoriale è definito attraverso equazioni matematiche ed è indipendente dalla risoluzione. Una immagine vettoriale, infatti, può essere ingrandita all’infinito senza subire perdite di qualità e definizione.

Ad esempio un logo in vettoriale può essere utilizzato sia su un biglietto da visita, sia su un cartellone pubblicitario mantenendo i dettagli invariati.

Differenza tra formato raster e formato vettoriale

Il formato vettoriale presenta anche un’alta efficienza nella dimensione del file, infatti il peso di un documento è inferiore rispetto ad uno raster.

I vantaggi del formato vettoriale

Non è sempre possibile o conveniente lavorare con la grafica vettoriale ma ci sono alcuni casi in cui il suo utilizzo è necessario. Vediamo quali sono:

  • La grafica vettoriale è scalabile all’infinito. La grafica vettoriale è priva di pixel quindi è indipendente dalla risoluzione. Gli oggetti possono essere scalati all’infinito e stampati in qualsiasi grandezza senza perdite di qualità o definizione. Un logo in formato vettoriale può essere stampato sia su un foglio A4, sia su un cartellone di 3 metri mantenendo inalterata la definizione. Ecco perchè quando realizziamo loghi lo facciamo in vettoriale.
  • La grafica vettoriale permette di modificare i colori in modo semplice e veloce. All’interno di un software di elaborazione di immagini vettoriali come Illustrator è possibile cambiare in modo rapido i colori che compongono un logo o una grafica. È possibile per esempio modificare il colore di un oggetto passando da un metodo colore RGB ad un colore Pantone (particolarmente utilizzato in alcuni processi di stampa).
  • Il vettoriale offre la possibilità di visualizzare i contorni di un disegno. Un altro vantaggio del formato vettoriale è la possibilità di visualizzare solo i contorni che compongono una immagine. Questa modalità di visualizzazione è molto importante in fase di progettazione perché consente di trovare eventuali elementi nascosti oppure invisibili nell’anteprima. Il contorno inoltre è funzionale ad aziende specializzate in stampa digitale perché permette di guidare le attrezzature per ottenere incisioni o tagli.

In che ambito viene utilizzato il formato vettoriale?

La grafica vettoriale è comunemente usata dai professionisti della grafica per moltissimi ambiti quali:

  • creazione di loghi e immagine coordinata
  • illustrazioni vettoriali e icone
  • preparazione di file di stampa (flyer, manifesti, biglietti da visita)
  • interfacce utente di app, siti internet e altro
  • disegni tecnici, grafica CAD, ingegneria, e 3D

Quanto conviene usare la grafica vettoriale al posto della grafica raster?

Non è facile dare una risposta a questa domanda, dipende tutto dal tipo di progetto. Se all’interno di un lavoro si devono gestire elementi fotografici con diverse tonalità, sfumature, effetti e miscele di colore è meglio lavorare con immagini raster.

Se invece il progetto è più simile ad un disegno o ad un illustrazione è d’obbligo lavorare con un formato immagine vettoriale.

Quali sono i formati vettoriali esistenti?

Prima di iniziare a lavorare con la grafica vettoriale occorre conoscere i più comuni formati immagine vettoriali. Potrebbe sembrare una sciocchezza ma conoscerli permette già di prevenire l’invio e la ricezione di file non conformi al lavoro da fare.
Vediamo ora quali sono i formati esistenti:

  • AI: Adobe Illustrator è il formato di salvataggio standard di Adobe Illustrator. Il formato AI è compatibile con i software della Creative Cloud di Adobe (Photoshop, InDesign, After Effects) e con alcuni programmi di grafica 3D (Cinema 4D).
  • EPS: Encapsulated PostScript è un formato standard per l’elaborazione di immagini e disegni vettoriali o bitmap. Il formato è compatibile con Adobe Illustrator, CorelDraw, Freehand, Photoshop, InDesign e QuarkXPress.
  • SVG: Scalable Vector Graphics è un formato di immagine per la grafica vettoriale ottenibile mediante Illustrator. È possibile utilizzare il formato SVG anche sul web per creare elementi scalabili ed adattabili a qualsiasi pagina web.
  • PDF: Portable Document Format è un formato sviluppato da Adobe. È il più diffuso per condividere documenti di testo ed immagini. Per la visualizzazione è necessario un lettore specifico quale, ad esempio, Acrobat Reader, distribuito gratuitamente. Un file vettoriale può essere salvato in PDF ed elaborato con i principali software di grafica come Illustrator, Photoshop e InDesign.

Per concludere

Per concludere facciamo un riassunto delle caratteristiche principali dei due formati.

File vettoriale – Formato vettoriale

  • è definito attraverso equazioni matematiche che danno vita a forme;
  • è l’ideale per creare loghi, disegni, illustrazioni, disegni tecnici e immagini che verranno stampate su prodotti;
  • può essere scalato a qualsiasi dimensione senza perdere qualità;
  • è indipendente dalla risoluzione e può essere stampato in qualsiasi dimensione e risoluzione;
  • anche se l’immagine è di grandi dimensioni, il peso del file risulta comunque contenuto;
  • il numero dei colori può essere facilmente aumentato o ridotto in base ai budget di stampa;
  • può essere facilmente convertito in formato raster;
  • può essere salvato in diversi formato grafici: AI, SVG, EPS e PDF.

File Raster (bitmap) – Formato raster

  • è un immagine composta da pixel;
  • è un formato utilizzato per l’editing di foto e la creazione di immagini a tono continuo e con miscele di colore morbide;
  • non è un formato scalabile in modo ottimale. Quando un immagine raster viene ingrandita oltre le dimensioni originali, appare pixellata;
  • più l’immagine è grande e più il peso del file è elevato;
  • è più difficile stampare immagini raster utilizzando una quantità ridotta di colori;
  • alcuni processi di stampa non possono utilizzare formati raster;
  • a seconda della complessità dell’immagine, la conversione in vettoriale può richiedere molto tempo;
  • le immagini raster sono i formati di immagine più comuni, tra cui: JPG, GIF, PNG, TIFF, BMP e PSD.
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Nautilus - Sezione aurea

La sezione aurea, ovunque intorno a noi

24 Novembre 2020
with No Comment curiositàdesignnotizie utili

Chi pensa che la matematica non c’entri nulla con il mondo reale si sbaglia di grosso. Con buona pace di chi proprio non sopporta numeri, operazioni e figure geometriche, tutto ciò che ci circonda ha a che fare con la matematica. Persino l’arte.

Non ci credete? Allora andiamo alla scoperta della sezione aurea, un rapporto numerico che, anche se non avete mai sentito prima, è intorno a noi.

Che cos’è la sezione aurea?

Sostanzialmente la sezione aurea è un rapporto tra due numeri. In particolare, è un rapporto tra due numeri che dà come risultato il numero irrazionale 1,618033… (per comodità di lettura il numero è volutamente troncato).

Questo numero, essendo veramente unico e particolare, prende il nome di Phi.

Un altro modo per definire la sezione aurea è prendere un numero a e un numero b, e dire che a+b sta ad a come a sta a b.

I famosissimi numeri della successione di Fibonacci (1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, …), il cui ultimo numero viene calcolato sommando i due precedenti (chiediamo venia ai matematici puri per una così banale spiegazione) sono strettamente legati alla sezione aurea.

Infatti i rapporti tra due numeri qualsiasi, tra quelli affiancati, della successione danno come risultato la costante Phi della sezione aurea (1,62…).

In pratica si può anche dire che la sezione aurea è la relazione tra due numeri consecutivi della successione di Fibonacci.

Ma cosa rende così speciale la sezione aurea?

Il rapporto aureo è alla base di molte delle forme più armoniose della natura. Lo stesso nome, “aureo”, indica il senso di armonia e di perfezione generato dalle forme che si basano su questo numero nel nostro cervello.

La sezione aurea in natura

La sezione aurea in natura assume spesso la forma della spirale costruita su rettangoli che seguono il rapporto 1,618:1. La spirale aurea è infatti una spirale di tipo logaritmico che cresce seguendo un cosiddetto fattore di accrescimento pari a Phi.

Spirale aurea

Alcuni esempi della spirale aurea in natura possono essere alcune forme di conchiglie, la disposizione degli stami dei fiori, la forma delle galassie e dei cicloni e tantissime altre.

Ecco alcuni esempi:

Spirale aurea in un uccello
Spirale aurea in un fiore
Spirale aurea in una conchiglia
Spirale aurea in un uragano
Spirale aurea in una galassia

La sezione aurea nell’architettura e nell’arte

La bellezza della natura è sempre stata di esempio per le opere realizzate dall’uomo. Per tale ragione l’uomo ha sempre utilizzato la sezione aurea per calcolare le proporzioni armoniose tra le varie parti degli edifici o delle statue rappresentanti le figure umane.

In particolare, nell’essere umano, il rapporto tra l’altezza totale e l’altezza dall’ombelico a terra è 1,618. Lo sapevano bene Vitruvio prima e Leonardo Da Vinci con il suo famoso “Uomo Vitruviano“.

In architettura, il Partenone di Atene, ad esempio, presenta una facciata perfettamente inscrivibile nelle proporzioni di un rettangolo aureo (ossia un rettangolo costruito in base alle “regole” della sezione aurea).

Pantheon Atene - Spirale aurea

Usare la sezione aurea per il design

L’applicazione nel design della “ezione aurea può apparire molto più difficile di quello che è in realtà. Esistono alcuni trucchetti che possono migliorare i progetti senza dover passare molte ore ad effettuare calcoli. Vediamo quali sono.

La regola dei terzi

La regola dei terzi consiste nel suddividere la pagina, la foto o il layout su cui si sta lavorando in tre parti verticali e in tre parti orizzontali.

I 4 punti in cui queste linee si incontreranno saranno quelli su cui andrà focalizzata l’attenzione.

Il motico di tale operazione è dato dal fatto che così ragiona il cervello umano. Inconsciamente siamo abituati a suddividere quello che vediamo in aree di interesse in base a come sono strutturate e a concentrarci sui punti focali posizionati nell’area centrale di quello che vediamo.

Regola dei terzi

Usare la griglia della spirale aurea

Un altro metodo per implementare la sezione aurea è utilizzare le forme e le griglie della stessa.

Ad esempio costruire delle grafiche basandosi sulla spirale aurea vista prima o sulla divisione dell’area di lavoro in base ai rettangoli e alle proporzioni del rapporto aureo.

Golden ratio

La sezione aurea nel logo design

Una delle applicazioni più comuni e più utilizzate è all’interno del graphic design, e in particolare nella costruzione dei loghi. Creare un logo non è una cosa semplice, esistono delle regole, ed esistono pure delle possibili applicazioni di formule geometriche come appunto quella del rapporto aureo.

Di esempi di loghi costruiti seguendo i principi e le forme del rapporto aureo ce ne sono moltissimi. Prendiamo in esame un logo che tutti conoscono: il logo dell’Apple.

Costruzione logo Apple

Il logo della Apple è composto interamente da cerchi i cui raggi danno i numeri della successione di Fibonacci.

La sezione aurea nella fotografia

Anche nella fotografia si possono applicare le stesse regole che si applicano alla grafica e al design. In particolare è molto utile la regola dei terzi. Ad esempio una regola non scritta per quando si fotografa frontalmente un viso è quella di far stare gli occhi all’altezza dei due punti di incrocio superiori.

Le forme, in particolar modo la spirale aurea, possono anche essere utilizzate per creare fotografie dalle proporzioni fortemente armoniche.

La spirale aurea nella fotografia

La sezione aurea nel web design

Le proporzioni della sezione aurea sono largamente utilizzate anche nella costruzione dei layout dei siti web.

Ad esempio si segue molto spesso il rapporto 1,618:1 tra la colonna dei contenuti e la sidebar (la barra laterale di un sito).

Qui un esempio di come può essere trovata una giusta proporzione all’interno di un sito web:

In qualsiasi momento, se avete una larghezza totale di un layout potete utilizzare la formula scritta nell’immagine qui sopra per ricavare le proporzioni auree.

Proporzioni sezione aurea nel web design
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Computer Grafica

L’importanza di avere un logo

3 Luglio 2020
with No Comment designnotizie utili

Capita, soprattutto quando ci richiedono la realizzazione di portali internet, che il cliente sia sprovvisto di un logo per la sua attività o azienda. Cosa ancor più grave quando si usano come loghi immagini prelevate da internet e utilizzate senza autorizzazione o, ed è successo davvero, la foto dell’amato cagnolino di famiglia.

Ma è davvero così importante avere un logo aziendale? In questo periodo, in cui la fretta la fa da padrone, come si può attirare l’attenzione?
Le risposte sono SI e con un logo progettato e realizzato come si deve.

Il logo è uno di quegli elementi che sono indispensabili per far ottenere il successo sperato, proprio come lo sono la professionalità e i prodotti di qualità. Averlo è importante, ma averne uno che funzioni è fondamentale.

E un logo “funzionante” deve rispondere positivamente ad alcune semplici caratteristiche. Vediamo insieme quali sono:

1. Catturare l’attenzione.

Si ha davvero poco tempo per far colpo sul consumatore. Solo 2 (due) secondi per convincere un potenziale cliente a prenderci in cosiderazione. In questo piccolo lasso di tempo il cliente deve notarci e decidere se investire tempo e denaro. Il logo, quindi, deve essere chiaro e coerente.

2. Suscitare interesse

Come in quasi tutte le cose la prima impressione è quella che conta e, quindi, non va sprecata.
Un logo deve essere pensato e progettato in modo tale che riesca a suscitare subito l’interesse del consumatore. Un buon logo (attenzione non è detto che un bel logo sia anche “buono”) riuscirà ad avere più probabilità di successo. Il logo deve far capire velocemente a qual è il target di riferimento target e quali sono i servizi e/o prodotti che vengono offerti.

3. Il logo racconta ciò che si è e cosa si sarà

Il logo deve saper raccontare dell’Azienda e, soprattutto, deve generare emozione. Non si può lasciare tempo all’interpretazione del logo, tutto deve essere indicato e riconoscibile in poco tempo.
Come è possibile fare ciò?

I colori, lo stile, il font, il payoff – filosofia scritta in chiare lettere – sono gli elementi estetici che danno carattere e tono all’Azienda e devono essere coerenti con il messaggio che si vuole trasmettere. È importante che siano costanti e che il cliente li ritrovi in ogni aspetto comunicativo dell’azienda. Per questo sarà necessario creare l’immagine coordinata.

4. Il logo deve essere semplice, facile da ricordare

Il logo è il collegamento tra l’Azienda e il cliente. Equilibrio, semplicità, funzionalità sono gli aspetti necessari per un buon logo. Questi elementi devono essere gradevoli e devono trasmettere positività.
Il logo deve far ricordare cosa si è. Il naming – ovvero il nome dell’Azienda – può non avere queste caratteristiche, ma l’aspetto deve immediatamente catturare l’attenzione e far sì che il cliente si ricordi di noi, per colore, segno grafico e immagine.

5. Il logo deve distinguersi dai competitor

Loghi simili tra loro non fanno la differenza… sono il “male assoluto”. Ogni Azienda è diversa dalle altre, allora perchè il logo deve essere uguale? Il logo deve trasmettere l’unicità della tua realtà. Deve trasmettere la professionalità aziendale al primo sguardo.

Per concludere

Fare un logo non è semplice e richiedere del tempo. Per averne uno che funzioni bisogna affidarsi a persone esperte, che con la loro esperienza e creatività, possono realizzare il logo più adatto alle necessità.

Contattaci per una consulenza gratuita, sapremo consigliarti al meglio.

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